Almanacco di Loreo, Porto Viro, Rosolina, Taglio di Po, Mazzorno Sinistro e Cavanella Po.

10,00

Notizie storiche, religiose e culturali, fatti, personaggi, curiosità, informazioni utili

Chioggia 2004, pp. 212

Descrizione

37-almanaccodiloreoPrefazione
Dopo lo sguardo al territorio cavarzerano e prima di concentrarci su quello clodiense, ritorniamo in Polesine con questa nostra quarta tappa del viaggio che ci conduce, attraverso l’iniziativa dell’“Almanacco per vicariati”, a conoscere e a far conoscere terre e genti della nostra diocesi. 
La zona perlustrata dal nostro obiettivo nel presente agile volumetto curato dall’ormai esperto Angelo Padoan con l’aiuto di validi collaboratori sul posto – è, si può dire, quella più “centrale” del territorio diocesano, collocata com’è tra il nord di Chioggia e Pellestrina, il nord-ovest del cavarzerano e il sud del bassopolesine portotollese. Centrale anche per altri aspetti, dato che la maggior parte degli insediamenti abitativi, e quindi della popolazione, si concentra a ridosso dell’asta viaria della statale Romea, che ne costituisce insieme l’ossatura e il ganglo vitale per le comunicazioni, ma non di rado anche un’incombente minaccia a causa dell’eccessivo carico del traffico.

Centrale perché sostanzialmente raccolta tra le sponde dei due nostri grandi fiumi, adagiata com’è dalla destra dell’Adige alla sinistra del Po (o subito al di là del Po Grande, in quel lembo vivace dell’Isola di Ariano costituito dal territorio di Taglio di Po). Centrale anche per la polivalenza del suo territorio, che mette insieme la vocazione turistica, propria della zona più litoranea, con quella agraria sviluppata nell’entroterra (spiccata la vocazione orticola nel rosolinese) e lungo le aste fluviali o lungo quelle dei vari provvidenziali canali artificiali (dal canale Collettore Padano al Naviglio, dal Tartaro al Canal Bianco…); la propensione al commercio con le numerose attività incentivate dall’arteria viaria principale e quella all’artigianato incrementata dall’iniziativa perspicace degli abitanti nei più diversi ambiti. 
Un “vicariato”, quello che qui presentiamo, apparentemente meno unitario di altri, dal momento che è costituito di ben quattro differenti realtà municipali (anzi cinque fino a qualche anno fa, prima della riunificazione tra Contarina e Donada in Porto Viro), più alcune propaggini del comune adriese. Eppure segnato da una crescente omogeneità che accomuna interessi e prospettive, dall’incentivazione dei traffici ai progetti della Nuova Romea, dall’ipotes (ahimè ancora stagnante) dell’Area industriale attrezzata alla nuova realtà del Parco del Delta. Le due zone in cui un tempo questo territorio poteva apparire più chiaramente distinto a vari livelli (non ultimo quello politico, oltre a quelli sociale e religioso, culturale e occupazionale) – quella cioè del rosolinese e loredano da una parte e quella del contarinese-donadese, e in diversa misura taglio lese, dall’altra – ora hanno confini molto più labili, essendosi venuta a creare quasi un’unica densa realtà urbana, almeno tra i centri correlati necessariamente intercomunicanti e reciprocamente arricchentisi. Salta subito all’occhio il notevole sviluppo economico fatto registrare da larga parte del territorio in parola, con gli inevitabili risvolti di una società che non di rado fatica a mantenere il riferimento ai valori fondanti, a cui peraltro non manca di richiamarsi in varie circostanze commemorative e non solo.

E’, in realtà, una terra dalla giovane storia, ma che conserva, come avremo modo di vedere anche in queste pagine, specie nell’insediamento urbano più antico costituito dal centro loredano, vestigia di un passato significativo e importante. 
Una zona che ha conosciuto in questi ultimi decenni, un po’ dappertutto, un notevole incremento edilizio e occupazionale, che ha visto – soprattutto nella fascia rosolinese – un sorprendente sviluppo dell’attività turistica balneare, ma nondimeno – in buona parte del restante territorio – un’accentuazione e una valorizzazione delle potenzialità turistiche di visitazione con 1’avvio della nuova realtà del Parco del Delta. Anche le strutture e i servizi socio-sanitari – per quanto penalizzati dalla natura di zona decentrata rispetto a centri più attrezzati – possono vantare un qualche miglioramento e più tempestivi interventi; come pare si fa beneficamaente sentire, a livello assistenziale ed educativo, una significativa presenza del volontariato. 
Non manca un’accresciuta sensibilità a livello culturale, oltre che sportivo (presente già da lunga data in più punti del territorio, ma ora incentivato da più efficienti strutture pubbliche, dal Velodromo dei Pini ai più di uno “Palazzetti dello sport” ai vari Centri sportivi, anche di quartiere); l’attenzione all’allestimento di densi programmi in occasione delle feste paesane fa ormai il paio con una più incisiva fornitura di servizi permanenti, o comunque più frequenti, a livello bibliotecario o musicale o teatrale, come anche a livello di pubbliche conferenze e dibattiti.

La vita religiosa, pur nella evoluzione dei tempi, mantiene la sua visibilità nel territorio con un radicamento efficace nelle tradizioni e una partecièazione non di rado rivitalizzata da nuovo entusiasmo e da nuove aggregazioni. Memorie antiche, legate alle rade comunità cristiane originarie o a consuetudini e associazioni di un tempo (sorprendente la continuità plurisecolare della loredana Confraternita del SS.mo Sacramento) si saldano con più recenti vicende di devozione mnariana (da quella di origine settecentesca verso a Madonna della Carità, ancora a Loreo, a quella ottocentesca verso la Madonna del Vaiolo a Taglio di Po) che continuano a segnare la storia religiosa e civile locale. La ristrutturazione dell’organizzazione ecclesiale avvenuta dalla metà del secolo scorso anche in questa parte della diocesi – in corrispondenza all’evoluzione civile e sociale imposta dalle ricorrenti alluvioni e dall’alterno sviluppo economico – ha moltiplicato le presenze nell’ambito ministeriale come pure le strutture e i servizi parrocchiali e comunitari. Dallo storico sostegno “missionario” recato dai preti di Bergamo espressamente in questa zona della diocesi clodiense, a una più capillare distribuzione di sacerdoti anche nelle piccole comunità, dall’arrivo dei frati francescani, cui venne affidata una delle zone più attive del territorio, all’insediamento delle Sorelle povere di S. Chiara divenute in modo sempre crescente un faro di spiritualità per tutta la diocesi; dalla breve ma incisiva presenza dei padri Gesuiti alla più recente ed effervescente presenza dei padri Salesiani, fino anche alla limitrofa (si fa per dire, in quanto la località appartenente ad altro vicariato in realtà ricade nel territorio portovirese, su cui pure opera) vivacissima Comunità missionaria di Villaregia. Intuizioni felici di presenza o di servizio educativo e formativo mantengono, anche dopo mezzo secolo, una loro validità: un esempio per tutti il Centro professionale S. Giusto, nato dalla solidarietà in tempi difficili e cresciuto poi con le mutate richieste delle giovani generazioni.

Ma all’inizio del nuovo millennio anche la sapiente “architettura” ecclesiale, validamente pensata per i passati decenni, chiede di essere riadattata alle nuove circostanze e alle nuove esigenze. Una progressiva attenzione al ruolo dei laici e una minore disponibilità numerica di sacerdoti impongono nuove strade di collaborazione interparrocchiale facendo riscoprire anche il ruolo propositivo e aggregante del Vicariato, al cui interno, pur nelle differenti sensibilità e 
propensioni, non mancano a livello pastorale segnali di un’intesa discreta e di 
ed una effettiva cooperazione, oltre a significativi spunti di sperimentazione. Un territorio e una popolazione che non trascura di dare i suoi frutti a livello di incidenza pastorale (con aggregazioni laicali, proposte varie e opportune realizzazioni), di testimonianza caritativa (con forme differenti di volontariato, non solo d’ispirazione religiosa, e con progetti mirati della Caritas diocesana), di apertura missionaria (con gruppi attivi che intrattengono rapporti costanti con i paesi in via di sviluppo e di primo annuncio); una zona, tra l’altro, capace, ancora in questi tempi, di dare qualche vocazione alla diocesi (proprio nel marzo 2004 si festeggerà a Rosolina un’ordinazione sacerdotale…).

Tra i più popolosi e articolati della diocesi, il Vicariato di Loreo – che, com’è noto, oltre a quello loredano, comprende pressoché per intero i territori dei Comuni di Rosolina, Porto Viro e Taglio di Po, più qualche frazione del comune di Adria – va dimostrando ormai una sostanziale convergenza e consonanza a vari livelli, oltre a quello ecclesiale. Anche la serie di personaggi 
emblematici che vengono sbalzati in essenziali medaglioni in queste pagine – insieme alle differenti curiosità o alle peculiarità dialettali – fanno cogliere una sintonia di intraprendenza e di sensibilità umana e cristiana. Questo “Almanacco” vuole essere un omaggio ad un territorio ricco di iniziative e di prospettive, un omaggio alla sua gente che, nella fatica e nella gioia del vivere e del progettare, dimostra una vitalità e una creatività encomiabili. E’ insieme un auspicio per un futuro sempre in crescita – umana e culturale, sociale e religiosa – che valga a soddisfare i bisogni e le attese di tutti. E’ un semplice modesto strumento per far conoscere a tutta la comunità diocesana e all’ambiente più vasto la varietà e la ricchezza di questa terra che, distesa “tra i due 
fiumi” e prospiciente il mare, ospita gente dal grande cuore.

don Vincenzo Tosello 
Direttore di “Nuova Scintilla”

Recensioni

Ancora non ci sono recensioni.

Solamente clienti che hanno effettuato l'accesso ed hanno acquistato questo prodotto possono lasciare una recensione.