I Paulus Polo Poli

Venezia Chioggia Capodistria

Chioggia 2012, pp. 204.

Descrizione

i-poli-2Presentazione 

L’elaborazione è stata lunga, ma il risultato è certamente di valore: il giovane studioso dr. Sergio Piva ha portato avanti con tenacia questa articolata e complessa ricerca d’archivio giungendo a dipanare, con dovizia di particolari e con ampia documentazione, la storia di una grande famiglia veneziana con radici documentate a Chioggia, che ha sviluppato la propria intraprendenza, specie nell’ambito cantieristico, tra le due sponde dell’Alto Adriatico.

Partendo da una pergamena di quasi mille anni fa (del 1028), il dr. Piva ripercorre le vicende dei Paulus-Polo-Poli, dalle saline ai cantieri navali, concentrandosi poi nel ramo della famiglia che vede tuttora attivi i suoi rampolli in un ambito sempre legato all’acqua, anche se ora nel settore termale e nell’entroterra padovano, ad Abano. Sono stati proprio costoro a promuovere la ricerca affidandosi all’acribia e alla passione del nostro archivista, noto per la sua esperta dedizione alla biblioteca e all’archivio della diocesi clodiense. Prendendo le mosse proprio da questo suo particolare punto di osservazione – il prezioso archivio diocesano – e al tempo stesso dall’archivio antico del Comune di Chioggia, che conserva rari e dettagliati documenti della vita cittadina, l’autore si è avvalso di precedenti studi per illustrare anche la varietà della produzione cantieristica locale, ma si è pure avventurato in altri territori e in altri archivi, nell’altra sponda dell’Adriatico, per seguire tutto il percorso compiuto dai Poli fino alla conclusione della loro gloriosa attività cantieristica, che, proprio a Capodistria, ha prodotto le opere più belle e più ammirate.

Di grande interesse, senza dubbio, la rievocazione della Mariegola dei Calafati (lo Statuto chioggiotto dei costruttori di barche), a ottocento anni esatti dalla fondazione; avvincente l’apertura dell’antica famiglia anche alle attività della navigazione diretta e dei commerci; ampia e documentata la storia del settore a Chioggia dal XVI secolo fino alla caduta della Repubblica veneziana con l’analisi di due importanti censimenti degli Squerarioli (quello del 1589 e quello del 1688) e di altri documenti, l’illustrazione della specifica strumentistica di calafati e maestri d’ascia, la narrazione di due emblematiche costruzioni dei Poli – una Marciliana a metà ‘500 e un Brigantino all’inizio del ‘600 -, le note sul difficile approvvigionamento di legname per naviglio gelosamente lesinato dalla Serenissima, la precisa descrizione delle tipologie di imbarcazioni (ricostruite in scala dal modellista S. Polentarutti) cui si dedicarono segnatamente i nostri Poli.

Tutto da conoscere poi il capitolo che narra del trasferimento di Francesco e Luigi Poli a Capodistria, dove ben presto la loro attività cantieristica, dapprima in collaborazione con altri e poi del tutto autonoma, si sviluppò audacemente arrivando a costruire navigli anche di grande stazza, cimentandosi con velieri commerciali per le rotte oceaniche, oltre ad inserirsi con successo nell’attività armatoriale costiera istriana.

Il volume, nato dallo spontaneo desiderio della famiglia Poli per fare memoria dei propri gloriosi avi, si rivela uno spaccato singolare e straordinario di storia locale, uno sguardo a tutto tondo sulla peculiare attività delle costruzioni navali, di minori o maggiori dimensioni, che ha costituito per secoli uno dei fiori all’occhiello dell’economia chioggiotta (e poi anche di quella istriana), emergente in modo specifico nei nostri Poli, ma sviluppata da varie altre intraprendenti famiglie storiche (dai Camuffo ai Nordio agli Schiavon, per citarne alcune tra le maggiori).

Il libro che ci onoriamo di pubblicare, con il sostegno degli attuali “eredi” Poli di Abano, si presenta in una bella edizione, arricchita da numerosissime fotografie – molte delle quali inedite e rare -, di facile lettura e attraente allo sguardo; ma al tempo stesso scrupolosamente scientifica e storica, con un apparato di note puntuale e il rinvio preciso a testi e documenti reperiti e consultati assiduamente.

Anzi, per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, diremo di più: l’autore ha inteso offrire, grazie alla sua diuturna esperienza sul campo, anche degli strumenti a chi volesse cimentarsi direttamente con lo studio archivistico della nostra storia locale: sono infatti dettagliatamente indicate la tipologia e la collocazione dei principali documenti conservati nei due archivi più importanti del nostro territorio clodiense, cioè quello comunale e quello diocesano, dai quali si può ricavare ancora abbondante materiale per conoscere e divulgare la nostra storia, in questo come in altri svariati settori dell’attività e della vita cittadina nei secoli.

Al dr. Piva il nostro grazie di editori – ma direi anche il grazie implicito della città, oltre a quello esplicito dei Poli – per il lavoro faticoso e produttivo che ha portato avanti in questi anni, per la passione che ha dedicato nello scandagliare le vicende secolari del settore cantieristico attraverso il filo conduttore di una specifica famiglia, per le notizie e le immagini che mette ora a disposizione del vasto pubblico in questo testo che arricchisce in modo significativo la pubblicistica locale.

Chioggia, 8 settembre 2012

don Vincenzo Tosello

Direttore di “Nuova Scintilla”

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