La pesca a Chioggia nel primo Novecento

15,00

Nicola Gianni 

Chioggia 2006, pp.  218.

Descrizione

54-La-pesca-a-ChioggiaPresentazione

Sullo scorcio delle celebrazioni del 600 della fondazione del nostro settimanale, vogliamo rendere omaggio con questa pubblicazione anche al mondo della pesca, che tanta parte ha avuto ed ha nel territorio servito da “Nuova Scintilla” in questi suoi oltre sessant’anni di vita. Pubblicando una tesi di un giovane laureato, ormai già impiegato nel settore ittico, rendiamo omaggio anche al mondo giovanile, in particolare a quanti intendono rifarsi alla storia e alle radici della loro città e prendere spunto dall’orizzonte culturale in cui sono cresciuti – ricco di un sorprendente patrimonio di esperienza e di secolare tradizione -per approfondirlo e ampliarlo in una visione più globale e attuale.

Condotti dallo studio di Nicola Gianni, possiamo così venire a conoscenza delle vicende essenziali e determinanti sviluppatesi alla fine dell’Ottocento e nei primi decenni del Novecento nel panorama locale, chioggiotto e veneto, ma anche a livello nazionale, a riguardo dell’universo “pesca”: sia sulle diverse articolazioni di questa importante attività come sugli svariati tipi di imbarcazioni (tra tutte il caratteristico e ormai quasi patetico “bragozzo”); sulle figure dei protagonisti popolari e sulle loro differenti forme di aggregazione, come anche sui protagonisti, per così dire, istituzionali che hanno dedicato la loro genialità e competenza all’elevazione della classe peschereccia attraverso una serie di iniziative culturali e sociali; sul complesso quadro normativo e sulle varie soluzioni adottate nel corso dei decenni, nelle differenti fasi politiche, a tutela del mondo della pesca.

Si stagliano, su tutte, le figure del filantropo veneziano David Levi-Morenos e del sacerdote chioggiotto don Eugenio Bellemo: quest’ultimo, in particolare, personaggio tutto nostro, pienamente immerso nelle traversie e nelle speranze della classe peschereccia locale, ma riconosciuto anche come appassionato esperto del settore a livello nazionale e internazionale. Una figura, quella di don Bellemo, che stupisce e commuove per la totale dedizione dimostrata lungo l’arco di una vita intera, per oltre cinquant’anni sempre sulla breccia, nella conoscenza del mondo della pesca, ma soprattutto in difesa dei diritti dei pescatori e per la loro promozione globale: non lo fermarono né la vastità e complessità dei problemi, né i dissidi con il fascismo, né la malattia e l’infermità, ma sempre, fino all’ultimo, si dedicò a questa causa che egli aveva assunta, si potrebbe dire, come speciale missione.

Dell’ultima fase della sua opera indefessa – conclusasi solo con la morte nel 1959 -resta traccia significativa anche nelle pagine delle prime annate di “Nuova Scintilla”. Emergono, poi, nella precisa trattazione del nostro giovane studioso, le appassionanti vicende degli storici strumenti di indagine e di acculturamento del mondo peschereccio, quali la rivista “Neptunia”, la poliedrica “Società regionale veneta per la pesca e l’acquicoltura” e la benemerita “Scuola veneta di pesca” con i suoi numerosi corsi popolari e la pionieresca “nave-asilo” Scilla. Si coglie cosi lo sforzo costante e intelligente per una crescita culturale, umana e sociale dei pescatori e dei marinai, puntando sulla preparazione professionale delle nuove generazioni. Un interessante squarcio, infine, anche sulle origini e sulla iniziale attività del Sindacato peschereccio adriatico, punto di partenza per una più efficace tutela dei lavoratori del mare.

Il volume è corredato – oltre che, al termine, da una preziosa appendice documentaria che riporta i testi originali di importanti trattati e normative, stilati a cavallo di Otto e Novecento – da una puntuale e avvincente rassegna fotografica, che fa rivivere vicende e immagini care alle trascorse generazioni e che meritano di non essere dimenticate dalle presenti: la città di un tempo e le sue barche, soprattutto i bragozzi; profili di pescatori; il mondo dei cantieri (gli squèrz); le tavolette votive (tolèle), dalla variopinta fantasia e devozione, che fanno pendant con le storiche processioni del Cristo di S. Domenico. Non manca una corposa nota bibliografica su tutte le opere del Bellemo e di Levi-Morenos, come su altri studi e ricerche relativi al mondo della pesca nel periodo studiato. Un lavoro accurato e, nel suo genere, completo, quello che presentiamo: certamente utile per avere un quadro storico dell’attività peculiare che ha tenuto emblematicamente al vertice nazionale per più decenni la nostra città e che, anche se in seguito ridimensionata dall’evoluzione tecnica e commerciale -come giustamente si rileva nello studio -, rimane punto di riferimento importante per l’economia non solo cittadina.

don Vincenzo Tosello

Direttore di “Nuova Scintilla”

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