L’Angolo del Medico. Con testimonianze e ricordi

15,00

Chioggia 2003, pp. 356.

Premessa

Ricordo bene l’autunno del 1970, il giorno in cui, ventenne, iniziai a prestare servizio come infermiere in quello che, da poco, era il nuovo ospedale di Chioggia. Ricordo le molte persone che in quel periodo, coscienti ed entusiaste di operare in quella nuova struttura, costituivano quella “grande famiglia” tutta tesa a meglio rispondere alle esigenze sanitarie della Chioggia di quel tempo. 
Tra queste persone mi colpì subito quella figura di medico, di Primario molto giovane, dai modi gentili, rispettoso di tutti, di suadente eloquenza, che frequentava spesso la Chiesa del quarto piano assieme ai figli allora bambini che talvolta sciamavano per il reparto, guidati dal padre, quasi per riflettere che la vita talvolta è anche sofferenza. E più passava il tempo e più era evidente come nel proscenio dei medici sia ospedalieri che del territorio il Primario della Divisione Medica era pietra angolare sia per l’interpretazione scientifica del suo operare sia come soggetto imprescindibile nella pianificazione strategica sul futuro dell’Ospedale e sulla qualità della risposta sanitaria nella Chioggia degli anni ‘70 e ‘80. 
Succede poi, per quella voglia bizzarra che talvolta il destino ha di giocare con il nostro futuro, che mi trovo a frequentare la Divisione Medica nell’ambito del tirocinio obbligatorio previsto allora per chi era ormai in procinto di laurearsi. Ebbi così modo di meglio comprendere sia il metodo di approccio al paziente (e non alla sua malattia!) sia, cosa molto più importante e che purtroppo ancora sfugge a molti, l’importanza della relazione medico-paziente che, solo se profonda e di reciproca comprensione, può essere insostituibile ausilio terapeutico. 
Ecco come anch’io sono stato “toccato”, come molti altri, dal Prof. Felice Federico Casson e tento oggi, da questo ufficio, di ritornare a Lui una parte minima di quanto invece Egli ha dato alla sua comunità di Chioggia. 
E’ nell’esempio di uomo, di padre, di medico; nelle molteplici iniziative ed attività che egli ha promosso; nella profonda religiosità che si traduceva in un rigore etico assoluto; nell’essere stato lui tutto questo senza esasperazioni od integralismi che trovo la certezza di essere stato onorato di conoscerLo allora e di ricordarLo oggi come vero cittadino di Chioggia. 
Per tutto ciò credo lodevole l’iniziativa dei dottori Paolo Boscolo “Caena” e Angelo Boscolo “Bariga”, unitamente a don Vincenzo Tosello direttore del settimanale “Nuova Scintilla”, di rievocare il decennale della scomparsa con la pubblicazione di questo libro che io ho sostenuto, quale “atto dovuto” nei confronti del cittadino Felice Federico Casson che tanto ha contribuito alla crescita civile di questa Città. 
Infine, a mitigare l’amarezza che ancora oggi prende l’animo di molti per la perdita, credo di condividere quanto disse il prof. Luigi Tomaz nella Commemorazione del 24 Marzo del 1994 in Consiglio Comunale laddove, ancora incredulo per la perdita, affermava che “dobbiamo inchinarci a questi che possono apparire scandali della Provvidenza ma che nella storia misteriosa del mondo hanno certamente la loro logica collocazione, per noi imperscrutabile.”.


dr. Fortunato Guarnieri

Descrizione

34-angolo-del-medicoPrefazione
È quasi con devozione, e insieme con un certo orgoglio, che pubblichiamo in volume – nel decimo anniversario della morte dell’autore – le numerose puntate dell’“Angolo del medico”, la rubrica che il prof. Felice Federico Casson curò con passione, esattamente negli ultimi dieci anni della sua vita, per il nostro settimanale. A dire il vero, Felice Casson fu collaboratore precoce del nostro giornale, fin dagli anni della sua prima giovinezza, quando, nelle file della GIAC (Gioventù Italiana di Azione Cattolica) – che guidava allora anche come presidente diocesano – si premurava di dar conto dell’attività associazionistica cattolica e proponeva incisivi commenti e indicava oculate prospettive intorno ai complessi avvenimenti ecclesiali e socio-politici del tempo (già nelle prime annate del dopoguerra e fino a tutti gli anni ‘50). Nel nostro giornale – ad indicarne il legame singolare e familiare con il giovane Casson, dai tempi della direzione del fondatore mons. Mario Alfieri – sono registrati anche l’evento della sua laurea (nel n. 13 del 1957: “Gioventù di AC. Felice è dottore”) e quello del suo matrimonio (nel n. 27 del 1961: “Le nozze del dott. Casson”). 
Il settimanale diocesano – insieme a tutta la cittadinanza, ben rappresentata dalla volontà dell’amministrazione comunale – gli rende doveroso omaggio con questa pubblicazione che, oltre alle circa trecentocinquanta puntate del suo privilegiato “discorso” con i lettori, contiene come in premessa, steso a più mani e da diverse angolature, il profilo di questa figura che onorò la comunità civile ed ecclesiale. Quanto viene detto così bene e per diretta esperienza nella prima parte del volume ci esime dal soffermarci ulteriormente sulla caratura del personaggio e sul valore della sua opera e della sua testimonianza di uomo, di sposo, di professionista e di cristiano, totalmente dedicato al bene della sua città e della sua diocesi di Chioggia. Quelle pagine introduttive sono chiaramente ispirate e sostenute da un’altissima stima e da una profonda riconoscenza, che non vengono meno nel cuore di quanti l’hanno conosciuto e ne hanno potuto sperimentare le doti umane e professionali, insieme alla piena disponibilità al servizio di tutti. 
Qualche cenno invece sul corpo del volume, costituito dalle centinaia di “tappe” che hanno scandito il suo dialogo con i lettori di Nuova Scintilla dal 1983 al 1993, nell’itinerario premuroso ch’egli intraprese a custodia della salute di quanti ne avrebbero incrociato e apprezzato i suggerimenti. 
Quel che ne risulta è una sorta di “summa” della saggezza e della perizia medica, condensata in efficaci e gradevoli pillole, sempre accompagnata da una intensa umanissima sollecitudine e imperniata in una visione globale e integrale della persona umana. Pur mantenendo fondamentalmente, ad ogni “pezzo”, i titoli originali ed annotandone scrupolosamente la data di pubblicazione, abbiamo preferito raccoglierli secondo una certa omogeneità – ampiamente intesa – di temi e di argomenti, in modo da rendere possibile una lettura più organica e armonica, in cui anche le inevitabili ripetizioni possono essere colte come arricchenti varianti sul tema, mentre l’intera tessitura compare in tutta la sua consistenza e pregnanza, sia a livello umano che professionale. 
Abbiamo così aggregato in otto “capitoli” l’ampia messe di analisi, riflessioni, suggerimenti (a loro volta in sequenza cronologica interna) che via via il “medico” esperto veniva proponendo nel suo “angolo” di giornale, affrontando di volta in volta temi di attualità legata allo scorrere del tempo e all’avvicendarsi delle stagioni, ad eventi particolarmente significativi e a ricerche o a scoperte interessanti, a convegni specialistici e a orientamenti di politica sanitaria, o molto più semplicemente e frequentemente agli ordinari e quotidiani aspetti della tutela della salute, da promuovere con tenacia, e della varietà delle malattie, da combattere con intelligente accortezza. 
L’elenco delle tematiche generali viene a formare una sorta di indice dei maggiori interessi del nostro medico, sempre commisurati alle esigenze dei lettori o comunque del più vasto pubblico, che ora – con questa pubblicazione – può ulteriormente allargarsi trovando in questi testi preziose indicazioni tuttora attuali o, anche se in rari casi relativamente datate, sempre cariche di una profonda passione per l’uomo, di una permanente sapienza di fondo e di un chiaro atteggiamento di metodo che le rendono comunque perennemente valide ed utili. 
La questione del rapporto tra medico e operatori sanitari, e soprattutto quella del rapporto tra medico e paziente – dove si rivela in modo emblematico la profonda umanità dell’autore, espressa anche nella sua pregevole opera Professare la medicina. Problemi e Speranze (Padova, 1993) – oppure l’ampia gamma delle patologie, affrontate con puntuali indicazioni terapeutiche; ma ancora il rapporto tra medicina e società, medicina e qualità della vita, medicina e territorio; e poi l’urgenza di un’adeguata formazione medica e quindi la necessità di uno stretto legame tra medicina e valori: i capitoli che scandiscono questo libro sono anche capitoli di quel simbolico volume che il nostro professore è andato scrivendo in tutta la sua vita a beneficio di quanti ricorrevano alle sue cure, ma anche per l’aggiornamento del sistema sanitario e a vantaggio della società nel suo insieme. 
Ricordo che quando concordammo con il professore questa rubrica, essa fu assunta da lui come un onore oltre che come impegno: intendeva offrire un proprio specifico contributo al giornale e, attraverso di esso, ai cittadini; ma si mostrava anche egli stesso orgoglioso di poter fruire delle colonne del settimanale diocesano, cui si sentiva legato praticamente fin dalla fondazione (il primo suo articolo firmato risaliva al 1949) e che ha sempre ritenuto un importante strumento di comunicazione per la diocesi e per il territorio. Si appassionò al compito della divulgazione popolare delle conoscenze e dei principi più assodati, come di quelli più aggiornati, della medicina; e su questa base portò avanti il suo dialogo con i lettori con puntualità e fedeltà – a cadenza settimanale e nell’ultimo periodo a cadenza quindicinale – si può dire fino agli ultimi mesi della sua esistenza terrena. Veniva egli stesso – ricordo – a portare ogni martedì sera, sempre al termine di una giornata intensa e faticosa, il suo “pezzo”; talora – quand’era proprio impossibilitato a raggiungere personalmente la redazione – mandava un familiare preoccupandosi puntualmente di non far mancare il proprio contributo. 
Abbiamo voluto collocare all’inizio della raccolta l’articolo scritto dal professore proprio a metà percorso, dopo cinque anni di collaborazione: con quel testo il prof. Casson stesso, interrogandosi sul senso della sua collaborazione al giornale, sull’orientamento dei suoi contributi e sul panorama variegato dei destinatari della rubrica, ci aiuta a cogliere anche il significato e il valore di questo volume.
Chi a suo tempo ebbe la possibilità di leggere gli interventi del professore nel susseguirsi delle settimane, ha ora modo di leggerli in forma più meditata cogliendone anche la completezza del discorso che si articola per grandi tematiche ad abbracciare un po’ tutta la gamma della questione salute, la quale – si noti bene, come l’autore tiene più volte a sottolineare – va intesa nella globalità del suo significato, sia fisico che psichico e sociale, ma – come pure si coglie – anche etico e spirituale. 
Chi invece non ebbe modo allora di leggere questi testi ne ha ora l’opportunità: potrà così capire e apprezzare meglio la saggezza umana e l’eccellenza professionale di un nostro concittadino che si dedicò al servizio degli altri nell’arte medica e che intese, proprio attraverso le pagine del nostro giornale, mettere questi contenuti al servizio di tutti: quindi anche dei lettori di oggi e di domani raggiungibili da questo volume, che in qualche modo prolunga e perpetua la sua dedizione nello specifico ambito della professione medica, animata sempre da profonde convinzioni di umanità e di fede.
Un discorso a parte, certo, meriterebbe il ricordo dell’esemplarità cristiana di Felice marito e padre, come quello della fedeltà a tutta prova alla chiesa e alla diocesi, della saldezza dei principi etici e della intensità degli ideali spirituali: ma questo è un altro capitolo che resta affidato alla memoria dei suoi (familiari ed amici, o anche solo estimatori), che ne custodiscono gli insegnamenti, e soprattutto alla memoria di Dio, che dieci anni fa lo ha accolto per sempre nella famiglia del cielo. 
Agli amici lettori, e a tutti, affidiamo intanto questa semplice e preziosa eredità, che ci offre almeno un saggio, per quanto parziale, del patrimonio di conoscenze e di riflessioni che arricchirono la sua esistenza di professionista, di uomo e di cristiano: resterà con noi un “pezzo” di lui, che avremo modo di far conoscere anche ad altri.

 
don Vincenzo Tosello 
Direttore di ‘Nuova Scintilla”

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