Loreo e la sua Arcipretale. Guida storico-artistica e religiosa

3,00

Chioggia 1999, pp. 32

Esaurito

Descrizione

21-loreoIntroduzione
Chiunque visita Loreo non fa fatica ad accorgersi che dietro quelle viuzze, quelle “calli”, quei canali, quelle chiese e monumenti c’è la storia politica, economica, culturale, religiosa di un paese che oggi è quello che è anche per quanto ha ricevuto. Far memoria del passato di un paese e di una comunità, conservarne e rilanciarne il patrimonio è opera quanto mai utile e provvidenziale.
Scrivere, riportare alla luce notizie che possano in qualche modo far riflettere, edificare, rendere partecipi altri del risultato delle proprie ricerche rivela in qualche modo la volontà di vivere, di tessere rapporti anche con gli ospiti non in una cittadina-museo, ma in un luogo che si ama, dove si lavora, si hanno affetti, legami, radici ed “entroterra” religiosi.
Chi entra nel Duomo e sosta davanti all’ altare della Madonna della Carità oppure si sofferma, magari dopo di esserci entrato per caso o per curiosità nell’Oratorio Chiesa della SS. Trinità, è coinvolto da ciò che vede e s’impone al suo sguardo attento ed è assillato da tante domande.
L’opuscoletto di cui abbiamo curato la dignitosa edizione vuol rispondere a tali domande, vuole introdurre con discrezione nella conoscenza e nell’approccio con quanto di artistico si conserva a Loreo. Vuol essere una guida semplice, scorrevole, alla portata di tutti ed esauriente. 
Il nome Loreo sembra abbia la sua origine da un antico “Lauretum” (bosco di allori), presso il quale si sono insediati i primi abitanti; progressivamente, nello scorrere del tempo, Lauretum diventò Laureto, Lauredo, Loredo e infine l’attuale Loreo.
Forti furono sempre i legami con Venezia che attribuiva a Loreo un’importanza strategica non solo dal punto di vista militare, ma anche economico data la vicinanza con gli altri stati limitrofi.
Il Naviglio che attraversa Loreo per tanti anni fu l’unico corso d’acqua navigabile e la più comoda “arteria di traffico” che collegava direttamente i due più grandi fiumi d’Italia, l’Adige e il Po.
Loreo, antica “capitale del Delta”, in tanti suoi monumenti porta i segni evidenti dell’influsso di Venezia: ma il suo massimo splendore lo raggiunge ai tempi della “Serenissima” quando vengono concessi alla comunità di Loreo ampi poteri di autonomia e significativi privilegi nell’ambito della gestione del potere amministrativo.
Un residuato di questi antichi privilegi era lo “jus patronatus”, cioè il diritto dei capi-famiglia di eleggere il loro Arciprete e che il Vescovo convalidava ufficialmente con la nomina. Privilegio praticamente scaduto con la prassi inaugurata dal Concilio Ecumenico Vaticano Il e recepita dalle norme del nuovo Codice di Diritto canonico.
L’istituzione della parrocchia (pieve) di Loreo risale al 1094 ed è antecedente alla diocesi stessa di Chioggia a cui appartiene: si conserva da tale data l’elenco quasi ininterrotto di tutti i parroci o pievani che dal 1226 si fregiano del titolo di Arcipreti.
Ciò che dona prestigio al paese è il suo Duomo con la facciata del Longhena e la piazza antistante intitolata al grande architetto veneziano.
Si arriva a questa piazza quasi improvvisamente attraverso delle strozzature: piazza bella, carina, con belli edifici che l’attorniano, tra questi un antico palazzo, sede del pretore, antistante il Duomo; è una piazza forse troppo piccola per fare da degna cornice alla maestosità della facciata del Longhena.
L’interno della Chiesa è caratterizzato da un’unica grande, accogliente e imponente navata con molti richiami allo stile delle chiese veneziane. Precedentemente all’attuale Duomo, nella stessa area sorgeva una chiesa di dimensioni più modeste e consacrata nel 1539.
I lavori di consolidamento delle fondamenta del Duomo, attivati per far fronte al fenomeno del bradisismo negli anni sessanta, portò in luce a circa un metro e cinquanta sotto il pavimento attuale dei resti di pavimento in mosaico; la scoperta lascia supporre che nella stessa area ci fosse una antica chiesa di stile ravennate risalente al mille, tempo in cui sono documentati i primi parroci.
Tante pregiate opere, alcune di noti artisti, adornano l’interno della Chiesa: ma l’opera che sorpassa tutte le altre, non tanto per il valore artistico, quanto per ciò che ha rappresentato e rappresenta per la storia e la vita religiosa della nostra gente e per tutto il basso Polesine è certamente il dolce affresco della Madonna detta della Carità di autore ignoto che dal 1736 è stata ed è punto di riferimento della fede e centro di tante manifestazioni religiose.
Ci fa piacere editare il presente opuscolo nell’imminenza del Giubileo del 2000, che si propone il rinnovamento della fede e la riscoperta delle radici cristiane da parte delle comunità: in qualche misura il nostro è un modesto contributo a tale finalità.

Loreo, dicembre 1999

Don Giovanni Lodo, Arciprete

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