Tractatus Astrarii

90,00

Giovanni Dondi dall’Orologio

(a cura di Aldo Bullo), 2 voll., Chioggia 2003, pp. 90 e 506. 

Descrizione

36-TractatusAstrariiDue parole del traduttore e curatore

La traduzione del Tractatus Astrarii (ms. D 39 della Biblioteca Capitolare di Padova) e la ricostruzione del meraviglioso congegno astronomico vanno considerate e valutate come un serio esperimento realizzato con anni di studio e lavoro da un gruppo di persone, che hanno cercato di interpretare nel miglior modo il pensiero e l’opera di Giovanni Dondi. 
Il progetto ha trovato felice coronamento nell’entusiastico e risolutivo intervento dell’ing. Vincenzo de’ Stefani che ha reso possibile l’incontro tra Padova e Chioggia nel doveroso compito di riproporre la figura e l’opera di Giovanni Dondi dall’Orologio, paduanus civis quem Dondis satun genuisti Clugia limphis.

La presente opera vuole offrire un valido e pratico aiuto a tutti coloro che, distanti dalla cultura accademica, desiderano conoscere il mondo medievale sotto l’aspetto scientifico, letterario e artistico. Sì, anche artistico, perché il libro riproduce a colori tutto il codice antico con i suoi splendidi disegni, che trasportano il lettore in una realtà che di solito viene immaginata retriva o primordiale. 


Ne sono certo: saranno molti coloro che, dopo aver visionato il libro, sapranno apprezzare la mia certosina fatica e sapranno valutare le difficoltà superate. 
Infatti anche se lo spazio della colonna tipografica era limitato, ho sempre mantenuto paralleli il testo latino con quello italiano ricorrendo, se necessario, all’uso di proposizioni concise, mentre per rendere più evidenti le fasi di lavoro e le sequenze meccaniche ho fatto frequente ricorso al carattere grassetto, al corsivo, al maiuscolo, ai rientri di riga, alla virgola o ai due punti. 
Per questi motivi nei paragrafi particolarmente operativi si ha una disposizione tipografica un po’ vivace, che rende più agevole e meno faticosa la lettura del libro, che è, sotto tutti gli aspetti, un libro di ingegneria meccanica medievale destinato in prevalenza a studiosi di astronomia, a studenti, a orologiai e tecnici. 
I moderni schizzi “esplosi”, aggiunti nella parte finale del libro, consentono di seguire con più facilità quanto scritto da Giovanni Dondi sui moti e rotismi dei pianeti.

Le migliaia di ore nelle officine dell’Istituto Professionale Cavanis di Chioggia con Romeo Voltolina e con gli altri componenti del “Gruppo Astrario” mi hanno facilitato, nel corso di un quinquennio, la continua puntuale verifica della traduzione e degli schizzi, che l’artista Giorgio Boscolo Femek ha poi rielaborato, esploso e “storicizzato”. 
In tutte le traduzioni può sfuggire il solito imprevisto svarione. In quest’opera, ammesso che ciò sia accaduto, la presenza parallela della trascrizione latina e del manoscritto antico metterà il lettore in grado di verificare o fugare dubbi, evitandogli noiose e assillanti ricerche. 
Desidero ringraziare tutte le persone che a vario titolo mi hanno aiutato a portare a termine il lavoro. In modo particolare ringrazio il prof. mons. Giuliano Marangon (presidente del comitato culturale scientifico del Museo Diocesano di Chioggia), che ha collaborato attivamente alla traduzione del Proemio, il cav. Paolo Naccari, il Gruppo Astrofdi di Padova, l’Istituto “Cavanis” di Chioggia ed infine gli amici del “Gruppo Astrario”. 
Un grazie sincero a tutti.

Aldo Bullo

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