Tremori di un dio. Paure di un popolo.

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Note introduttive alle “Rane” di Aristofane con interpretazione ritmica del testo poetico

Chioggia 2003, pp. 188.

Descrizione

32-tremori-di-un-dioAl lettore
E’ possibile attraverso un’opera d’arte tastare il polso dell’esperienza quotidiana vissuta da un popolo tanto lontano da noi per mentalità e costumi? E’ ancora possibile avvertire la passione intima con cui un poeta partecipa alle vicende fortunose della sua città? Che cosa può dire a noi un’opera letteraria scritta più di ventiquattro secoli fa? 
Con queste domande nel cuore ho letto, insieme agli alunni del Liceo “G. Veronese” di Chioggia che si preparano all’esame di Stato, le Rane del commediografo Aristofane, lusingato di introdurli alla comprensione dell’opera e di facilitarne la rappresentazione teatrale nel pubblico spettacolo con cui è tradizione che si concluda il ciclo di studio liceale. 
In queste Note introduttive si presenta quello che può essere considerato il bilancio a distanza fatto dal poeta sulla politica ateniese, con particolare riferimento all’atmosfera terameniana che sta dietro l’avventura fantasiosa della commedia, al clima eleusinio che la pervade, al turbinio di demagoghi che la ravviva, al desiderio di “salvezza” che interamente la anima. 
Dietro l’avventura di Dioniso, dio del teatro che scende all’Ade a ripigliare un poeta ancora utile ad Atene, si nota inoltre l’ammirevole sforzo di sintesi operato dal poeta. Ché tali sono appunto le Rane: una grandiosa opera di sintesi in campo politico, sociale, letterario e, per certi aspetti, filosofico, e un potente invito alla riconciliazione. 
Sono grato alla Biblioteca del Seminario vescovile di Chioggia e alla Biblioteca del Duomo di Frisinga che hanno facilitato la consultazione di diversi testi di critica e di commento, agli alunni della sezione classica che hanno collaborato alla stesura dell’Appendice, al prof. Dino Memmo che ha gentilmente creato gli studi grafici per i progetti annuali di teatro classico (in parte qui riprodotti), allo studioso Vincenzo dott. Tosello che ha scorso previamente le nostre carte e ne ha favorito la pubblicazione, e al dott. Sergio Piva che ha curato gli aspetti tecnici. 
Mi scuso per le numerose espressioni greche disseminate nel testo delle Note introduttive; si è cercato comunque di darne sempre l’interpretazione. Anche la frequente numerazione dei versi tra parentesi può arrecare disturbo a una lettura corrente delle pagine introduttive; era però necessario far riferimento al testo poetico di Aristofane (riportato integralmente più avanti secondo l’edizione oxoniense), per dare solidità al discorso e facilitare un riscontro puntuale delle singole argomentazioni.
La presente fatica non ha alcuna pretesa: in caso, avrebbe dovuto essere sostenuta da una più seria disciplina letteraria. Essa mira unicamente a un servizio di utilità immediata alla Scuola. E questo obiettivo è di solito raggiungibile, quando non ci si lasci solo cullare dalle onde della poesia, ma si sia disposti anche a fare qualche concessione alla scienza del testo, col desiderio almeno di sfiorare l’anima dell’opera d’arte.

25 marzo 2003

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