Carmenni una singolare educatrice chioggiotta

18,00

Ombretta Naccari

Chioggia 2010, pp. 287

Descrizione

69-CarmenniRecensione

Per i meno giovani tra noi questo libro rappresenta una immersione in un piccolo mondo antico che ha fatto appena in tempo a sfiorarci ed è subito scomparso. Un mondo stretto nella morsa tra la tragedia della seconda guerra mondiale e le asprezze e speranze del tempo immediatamente successivo; un mondo di povertà ‘primitiva’ e di carità senza confini. Ne è rappresentante un personaggio che sale dalle brume della memoria e ci appare improvvisamente più vivo di quando l’abbiamo intravvisto accanto ai suoi ragazzini o in un silenzio di preghiera nell’ultima panca della Chiesa di Sant’Andrea in Chioggia.

Carmen (o Carmenni come recita vezzosamente il titolo di questo libro) fu per decenni un personaggio caratteristico di Chioggia per aver avviato e sostenuto un’opera di accoglienza di centinaia di ragazzi pressoché abbandonati. Il vecchio cantiere del padre divenne residenza stabile di una piccola colonia permanente, dove la ‘signorina Baldo’ era tutto: madre, magazziniera, educatrice, infermiera, cuoca e ‘traghettatrice’ con la famosa piccolissima barca con la quale teneva i contatti con il ‘continente’ chioggiotto. Questo libro, che una giovane studiosa e ricercatrice locale ha composto con cura e dedizione, raccoglie tutta la sua storia. Persino con i dovuti precedenti, cioè con la descrizione sintetica della condizione socio-economica di Chioggia tra Ottocento e Novecento.

I tre capitoli seguenti raccontano la vita e la personalità di Carmen Baldo Morin, donna decisa, determinata, forte che si trovò ‘per caso’ ad ospitare alcuni bambini e poi ad accudirne a frotte. I passaggi della piccola impresa furono molteplici, fino ad assestarsi provvidenzialmente all’Isola Morin, lì dove al presente un’opera di tutt’altro interesse domina e continua a svilupparsi. Viene descritta anche l’impostazione educativa della Baldo, la quale non operava secondo principi teorici, ma semplicemente e saldamente si rendeva presente presso i ragazzi (e quindi anche presso le istituzioni) per custodirne la vita e avviarli al futuro. Infine, l’Opera venne consegnata alla diocesi di Chioggia che la affidò alle ‘Suore di Fatima’. Un pregio grandissimo di questa pubblicazione è costituito dalle centottanta pagine di preziosissima documentazione, soprattutto dalla riproduzione delle copertine e di molte pagine del diario che Carmen Baldo stilava assiduamente. Bellissime e molto evocative le foto degli ambienti e dei personaggi dell’epoca. Insostituibili le testimonianze di persone che hanno conosciuto e in vario modo condiviso l’Opera di Carmenni, la ‘signorina Baldo’, alla quale questa pubblicazione innalza una sorta di monumento.

Angelo Busetto

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