Problemi etici della comunicazione sociale

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Chioggia 1995, pp. 166.

Descrizione

9-problemieticiPresentazione 
Il testo che pubblichiamo – dalla Tesi di laurea della dr. Antonella Padoan, approvata con il massimo dei voti e la lode all’Università di Padova nell’anno accademico 1993-94, relatore il prof. Antonino Poppi – affronta uno dei temi di più scottante e, si può ben dire, permanente attualità nel campo delle comunicazioni sociali: l’enucleazione, cioè, di un’etica professionale adeguata all’evidente valenza culturale e all’enorme influsso sociale di cui sono portatori e responsabili quanti operano nel complesso mondo dei mass media.
Partendo da una panoramica sulla natura e sulle caratteristiche degli strumenti della comunicazione secondo le più quotate scuole socio-filosofiche, la giovane studiosa chioggiotta focalizza l’urgenza di un’etica della professione, diventata ormai esigenza avvertita da tutti, come appare dai tentativi e dai contributi messi in atto ai più diversi livelli e che qui vengono criticamente esaminati. Una puntuale disamina viene riservata anche ai molteplici pronunciamenti del magistero ecclesiale, che in questi decenni non ha smesso di attirare l’attenzione sul problema indicando una coerente linea ideale e comportamentale.
Il contributo specifico dell’Autrice, che già in fase di analisi propone una rassegna quanto mai utile per una visione a tutto campo della questione, si articola soprattutto nell’ultimo capitolo, dove tenta di cogliere un fondamento etico delle comunicazioni sociali e nelle Conclusioni, dove offre spunti di riflessione e di proposta certamente stimolanti per il lettore e per ogni operatore o fruitore dei mass media, come per gli stessi responsabili della cosa pubblica.
Se il mondo della comunicazione è segnato di fatto da una preoccupante precarietà etica, la strada per un recupero del suo ruolo essenzialmente positivo non è affatto sbarrata: la comunicazione, definita “strumento principe dell’ amore”, ha in se stessa la carica di una sorprendente vitalità, in funzione del bene comune, e davanti a sé un’immensa gamma di opportunità, da cogliere e mettere a frutto per la crescita culturale, sociale, morale e spirituale dell’ umanità tutta intera.
Metro etico fondamentale – sottolinea con rigore filosofico l’Autrice – dev’essere ritenuto anche per la comunicazione, e in specie per le comunicazioni sociali, il rispetto della persona umana, il rispetto della sua dignità di uomo: è alla luce di questo principio che vanno smascherati tutti i compromessi e gli “attentati”, a cui proprio il mondo dei mass media presta non di rado i suoi strumenti, come la ricorrente querelle sulla gestione dei mezzi di informazione, anche nel nostro Paese, non smette di evidenziare, talora drammaticamente.
Contro i pericoli dell’incomunicabilità, dell’infantilismo e della massificazione, in braccio ai quali i mass media potrebbero abbandonare l’umanità, occorre dire chiari – e perseguirli – gli obiettivi imprescindibili di una comunicazione autenticamente “umana”.
Bontà del contenuto, completezza, rettitudine delle intenzioni, sincerità, onestà, veridicità sono alcune delle note che devono segnare il mondo informativo e comunicativo e sono – come evidenzia la giovane studiosa – le condizioni fondamentali per una moralità delle comunicazioni: perché l’etica professionale in questo complesso settore non resti solo un groviglio di buone intenzioni, ma diventi banco di prova per un’etica umana tout court.
Concepire la comunicazione e l’informazione come genuino servizio, ripensare la stessa gestione pubblica e privata dei mezzi di informazione, ristudiare limiti e funzione dei messaggi pubblicitari, precisare i diritti e i doveri dell’operatore come dell’utente: sono solo alcune delle meditate provocazioni che ci vengono da questo testo, che, mentre spazia nel campo sociale, culturale e filosofico, non trascura per altro di far emergere la prospettiva offerta dalla stessa riflessione ecclesiale, tesa sempre più ad una valorizzazione dei mass media come nuovo areopago di “annuncio per l’uomo” e come “luogo” e “strumento” di dialogo, di crescita e di discernimento dei “segni dei tempi”, secondo un’intuizione che ha fatto porre alla Chiesa italiana al primo posto, per il Convegno di Palermo ’95, esattamente il tema “cultura e comunicazioni sociali”.
Una corposa Appendice, aggiornata agli ultimi documenti prodotti da enti, associazioni e personalità operanti nel settore, costituisce un ulteriore sussidio per chi voglia approfondire l’avvincente e, in prospettiva, determinante problematica.
Questi spunti – questo contributo che ci è parso efficace e attualissimo – abbiamo pensato di rilanciare ai nostri amici, e a quanti avranno modo di accostarvisi, proprio nel 50° di fondazione del nostro Settimanale, come nuova occasione di dialogo e di proposta, fuori di ogni confine, in un settore così difficile ma così vitale, sulla linea di una presenza e di una testimonianza che, per quanto modesta, non intende eclissarsi.
Ragioni ulteriori a confortare la decisione di editare il lavoro di questa giovane studiosa chioggiotta ci vengono dalla sua “vicinanza familiare”, nel cui ambito il nostro giornale ha annoverato e annovera più collaboratori, veri amici e appassionati della comunicazione, e dalla stessa “dedica”, indirizzata appunto a uno di questi, l’indimenticabile prof. Felice Federico Casson, che si è prodigato – in vari campi – per una “comunicazione” più a misura d’uomo.
Chioggia, 24 giugno 1995
don Vincenzo Tosello 
direttore di Nuova Scintilla e responsabile del Centro diocesano Comunicazioni Sociali 

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